Vigneti & Vini Masseria Messapia
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LE TERRE DEL NEGROAMARO

Con “Terre del Negroamaro” intendiamo le terre vocate alla coltivazione dell’antico vitigno autoctono del Negroamaro. Un territorio che occupa parte del Salento toccando diversi comuni della Provincia di Lecce.

Il termine Negroamaro deriva da “Niuru Maru” termine che nel dialetto locale significa “Nero Amaro”. Per questo, il Negroamaro è conosciuto anche con i termini Negro Amaro o Nicra Amaro o Nero Leccese. Il Negroamaro è il vitigno d’eccellenza del Salento.

A nord di Lecce le Terre del Negroamaro confinano con il brindisino, ovvero con i comuni di Campi Salentina, Salice Salentino, Squinzano, Guagnano e San Donaci. A sud si estendono verso l’area ionico salentina, nei comuni di Copertino, Nardò, Galatina e Cutrofiano.

Qui si concentra la maggior produzione vinicola di questo vitigno. È per questo che per lungo tempo, il Salento fu considerato la “cantina d’Europa”. Il Negroamaro qui prodotto veniva venduto e utilizzato come vino da taglio per i vini del nord Italia e di Francia.

Oggi i vignaioli salentini utilizzano il Negroamaro in purezza creando le proprie ottime etichette.
Il territorio a nord di Lecce è caratterizzato dal classico panorama salentino di sterminate distese di ulivi secolari intervallati da muretti a secco e da piccole vigne. Zona importantissima per la produzione vitivinicola salentina e pugliese, vanta un enorme numero di cantine in uno spazio abbastanza ristretto.

Qui il Negroamaro, date le condizioni meteo e la costituzione dei terreni, dà il meglio di sé nella produzione di grandissimi vini rossi. Oltre ai vini rossi, questo vitigno permette di produrre anche ottimi vini rosati. Una particolare produzione è quella dei vini rosati prodotti con la classica tecnica salentina “a lacrima”. Questa tecnica li rende molto corposi e strutturati con il classico color corallo.

Nel territorio a sud di Lecce, si trova l’altra importante zona vitivinicola del Salento votata alla produzione di grandi vini a base Negroamaro. Anche qui, oltre ai grandi rossi, si possono trovare grandissime espressioni di vini rosati che beneficiano dell’azione del vicinissimo mar Ionio. Inoltre, qui si trova un’interessante produzione di vini bianchi, specialmente nell’area attorno a Galatina, dove alcune cantine producono da anni vini di eccelsa qualità a base del vitigno Fiano.

Piale

Piale è la sintesi tra il colore rosé e il vitigno Negroamaro, fusione che dà origine a questo spumante. Le bollicine rosa realizzate secondo Metodo Charmat vogliono rappresentare un nuovo punto di riferimento della spumantistica di qualità della Puglia. Una sorta di scommessa di unire la vocazione per la produzione di vini da vitigni autoctoni all’innovazione di proporre in veste moderna e di grande appeal uno spumante locale.
Di un piacevole colore bois d’oignon, dal perlage fine e persistente, il Piale è pensato per un consumatore evoluto, che a un vino chiede qualità, emozioni e la partecipazione alle nuove evoluzioni della storia vitivinicola. Eccellente come aperitivo, per il suo sapore equilibrato è ideale con primi piatti leggeri, risotti di verdure e zuppe. Si accompagna a tutti i piatti di mare, specialmente fritti e crudità di pesce.
Uvaggio: 100% Negroamaro  –  Gradazione Alcolica: 11,5%  –  Temperatura di Servizio: 6/8°C.
Rosa cerasuolo, dal perlage fine e abbastanza persistente. Al naso esprime delicati profumi floreali impreziositi da sentori freschi e fragranti di piccoli frutti rossi. Al palato è delicato, morbido ed equilibrato, di gradevole freschezza.

Rosa Messapia

Di colore rosa tenue, ha profumo delicatamente fruttato e floreale, con riconoscimenti di rosa. Al gusto è gradevole, morbido e fresco, leggermente sapido.
Il blend per eccellenza dei due vitigni autoctoni salentini più conosciuti, questa volta vinificato in rosato. Le uve sono vendemmiate nel mese di settembre, sono poi criomacerate per circa 6/7 ore.
Subito dopo le bucce vengono separate dal mosto, che continua la sua vinificazione e l’affinamento in acciaio.
Un vino semplice da degustare, di facile abbinamento a piatti e aperitivi, la grande riscoperta dei giovani, specialmente nelle lunghe estati salentine.

Rosso Messapia

UVE: Negroamaro    DENSITÀ D’IMPIANTO: 4.500 piante per ettaro    TECNICA DI ALLEVAMENTO: Impianti a spalliera fra le province di Brindisi, Lecce e Taranto    TERRENO: Franco-sabbioso, profondo    VENDEMMIA: Metà settembre    VINIFICAZIONE: La fermentazione avviene in vinificatori orizzontali rotativi a temperatura controllata fra i 23-25°C per circa 10 giorni. La svinatura finale avviene mediante presse soffici     AFFINAMENTO: Affinamento esclusivamente in acciaio e successiva elevazione in bottiglia    CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE: Un Negroamaro di pronta beva, color rubino con leggeri lampi purpurei. È la frutta matura, ma ancora croccante a dominare i profumi che questo vino sa regalarci: amarena e prugna. Seguono sentori di macchia mediterranea e cenni minerali e di spezie dolci. Di buona struttura al gusto, si presenta equilibrato, croccante, piacevole al palato. Il finale è lungo e coerente    ABBINAMENTI: Melanzane ripiene; tagliatelle alla bolognese; formaggi a breve stagionatura; salumi freschi    TEMPERATURA DI SERVIZIO: 16/18°C    TITOLO ALCOLOMETRICO: 12,5% vol.

Bianco Messapia

NOTE DEGUSTATIVE: di colore oro intenso, è luminoso e brillante. Al naso si evidenziano profumi di nettarina, mela, note di agrumi e di macchia mediterranea. Di buona acidità al palato, lungo e persistente.    UVE: Fiano Salentino.
Le nostre uve Fiano provengono dalla contrada Bagnara, in pieno territorio carsico tra Cellino San Marco e Campi Salentina, lungo la vecchia linea di confine chiamata “Limite dei Greci”. Unica zona collinare dell’Alto Salento che si snoda per ettari tra boschi e fitti oliveti, fichi d’india, muretti a secco, macchia mediterranea e straordinari vigneti, dove il vento porta con sé l’odore e la brezza dell’Adriatico, e il calore del deserto africano.Qui nel mese di agosto vendemmiamo le nostre straordinarie uve, criomacerate in cantina a 4°C per 24 ore. E il vino ottenuto? E’ ciò che viene conosciuto come l’Oro del Salento, noto anche a Federico II di Svevia e a Carlo d’Angiò già nel XIII secolo.

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